Quali sono i pro e i contro degli interventi di chirurgia bariatrica? Come cambia la vita di un paziente operato? Come cambia il rapporto con il cibo e con il proprio corpo? Solo chi ha già affrontato l’intervento può rispondere a queste domande; come amiamo ripetere, “è l’equipe chirurgica, in primis, che deve imparare dai propri pazienti”: leggi le testimonianze dei pazienti che hanno raccontato la loro esperienza su un sito indipendente.
Alimentazione, Genetica, Giovinezza, Tumori e Obesità
Nutrigenetica e nutrigenomica sono le due branche della genetica che studiano l’interazione tra le molecole contenute nei cibi con cui ci alimentiamo e i geni che costituiscono il nostro DNA e che codificano le molecole che regolano ogni aspetto del funzionamento del nostro corpo.
Il DNA è una caratteristica individuale soggettiva, nel senso che, a parte i gemelli omozigoti, non esistono al mondo due persone che abbiano lo stesso DNA. E ogni persona ha nel suo corpo sempre lo stesso DNA, e quindi lo stesso numero di geni che rimangono identici per tutta la vita.
Certi stimoli come l’alimentazione, lo stile di vita, l’esercizio fisico, il fumo possono esercitare sui geni un’azione di modulazione, possono cioè “accenderli” o “spegnerli” ma, anche se questa azione si esercita su tutti i geni dell’organismo, non tutti vengono ugualmente “modulati” da uno stesso stimolo.
La vitamina D, ad esempio, pur agendo sullo stesso DNA, nell’intestino accende dei geni responsabili di un’azione di pulizia dagli agenti tossici, nell’osso stimola dei geni responsabili di una buona efficienza articolare e in altri organi esplica un’azione antiinfiammatoria.
Il Ruolo dell’Alimentazione
La presa di coscienza di questa realtà scientifica ha dei risvolti importantissimi primo fra tutti quello che una corretta alimentazione può agire sulla qualità dell’invecchiamento, sulle caratteristiche individuali e su eventuali malattie non solo da quando si è in giovane età ma, ancora ben prima, sin dal momento del concepimento. Madri che si sottopongono a diete adeguate si è visto infatti che generano figli più longevi e nell’età fetale si ha una elevatissima risposta alle sollecitazioni ambientali che predispongono all’obesità e a tutte le condizioni clinico-patologiche ad essa associate.
Obesità e Predisposizione Genetica
É però pur vero che, a parte alcuni rari casi, non esistono controlli genetici irreversibili del DNA e quindi non esiste una, ad esempio, inevitabile condanna a una condizione di obesità ereditata su base genetica, ma è pur vero che una predisposizione genetica a questa condizione aumenta in maniera importante la possibilità che in essa si incorra.
Lo studio di un piano nutrizionale su base genetica è quindi finalizzato oltre che a un controllo delle calorie, anche alla scelta di alimenti che contengano molecole in grado di effettuare questa azione di modulazione genetica, prestando attenzione soprattutto a zuccheri e proteine.
Tutto questo assume ancor più importanza nella giovane età in quanto si è visto che l’influenza del cibo sui geni è più rilevante negli anni dell’infanzia; basti pensare che chi è in sovrappeso tra i 7 e i 18 anni ha quattro volte in più la probabilità di ammalarsi di diabete da adulto e, in Italia, nella fascia 6-9 anni un bambino su tre è sovrappeso o obeso (dato ANSA di Ottobre 2019) e questo è il tasso maggiore di tutta Europa.
Ma tornando all’effetto del cibo sul DNA e sull’espressione dei geni che lo costituiscono, si può quindi affermare che in una stessa persona, uno stesso alimento, ad esempio un piatto di pasta, ha effetti diversi se il peso è più o meno nella norma e questo vale anche per quanto riguarda la relazione con l’efficacia dei farmaci influenzando la capacità di rispondere a una cura.
Obesità e Tumori
A tale riguardo si è infatti visto che una donna obesa colpita da tumore al seno ha fino al 35% in meno di possibilità di guarire dalla malattia nell’arco di 5 anni di una donna non obesa ovviamente a parità di condizioni clinico-patologiche.
Dimagrendo può però aumentare la sua capacità di risposta alle cure con un conseguente incremento anche delle probabilità di inversione dell’andamento della malattia.
Sembra infatti che il nostro organismo, riconoscendo come patologiche le condizioni di obesità e diabete, reagisca alle stesse “accendendo” in qualche modo i geni che le contrastino avendo una conseguente minore reattività a farmaci e/o alimenti che vadano ad agire a livello genetico e/o cellulare attivando i geni antitumorali con un relativo incremento delle possibilità di sviluppare il tumore e una diminuita capacità di contrastarlo con una eventuale cura.
- La longevità inizia da bambini – V. Longo / ANSA.IT- Ottobre 2019
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